Modello: Auto Union 1000SP Roadster
Marca: Ricko
Numero di catalogo: 32157
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 4 + capotte
Prezzo Medio di mercato: --
Nel 1961 l’Auto Union affianca alla versione coupé della 1000SP, la versione Roadster.
Il modello è evidentemente ispirato alle auto in voga negli stati uniti, più precisamente alla Ford Thunderbird. Il motore è il classico 3 cilindri a due tempi di quasi un litro di cilindrata, che per questa versione eroga la potenza di 55hp ed è in grado di spingere questa piccola cabrio fino alla velocità massima di140 km/h. Non fu particolarmente apprezzata, infatti in 4 anni ne furono costruiti appena 1640 esemplari.
Il modello prodotto dalla Ricko è di un gradevole verde acqua, la verniciatura è brillante, di giusto spessore ed esente da difetti.
La fiancata è caratterizzata dalle pinne posteriori moderatamente pronunciate e dai bei cechi cromati in cui è ben visibile e definito il logo dei quattro anelli. I pneumatici hanno un buon battistrada, ma sono realizzati con gomma fin troppo dura. In dotazione c’è la capotte sia in versione aperta, sia in versione chiusa, quest’ultima calza in modo preciso sul parabrezza, grazie ad un aggancio posto tra le due alette parasole.
Completano la bella riproduzione le maniglie, lo specchio estero retrovisore e l’antenna tutte in plastica ben cromata.
Molto bella e realistica la calandra realizzata in lamierino forato inserito in una bella cornice in plastica ben cromata, come anche ben cromati sono i paraurti e le cornici dei proiettori molto ben riprodotti: le lenti sono correttamente rigate e la parabola è tra quelle di maggior realismo che mi sia capitato di vedere.
Un pelo sottotono le frecce costruite interamente in plastica verniciata.
Chiude il positivo quadro la fotoincisione !Auto Union” posta sul cofano e la presa d’aria costruita in acetato con riportata in tampografia la rete a rombi.
Il posteriore non è inferiore: Ottime anche in questo caso le varie cromature del paraurti, del tappo carburante e della cornice dei fari costruiti in plastica rossa semitrasparente; i piccoli catarifrangenti sono realizzati in un unico pezzo con la parte rifrangente verniciata.
Lodevole l’uso delle fotoincisioni sia per replicare il logo, sia per la scritta identificativa del modello 1000SP. Infine ottimo il terminale di scarico riprodotto con un tubetto ben cromato e applicato al silenziatore.
L’abitacolo risulta ben curato e completo: il cruscotto verniciato della stessa tinta della carrozzeria ha un bel quadro strumenti composto dai due indicatori tondi principali e dall’orologio (ovviamente analogico); il volante riporta la classica (per l’epoca) cornice interna cromata.
I sedili sono realizzati in plastica morbida, lo schienale è regolabile (all’indietro) come la seduta.
Il fondo pur non essendo rivestito ha comunque in stampo la simulazione della gomma con impresso anche il logo dei quattro anelli.
Infine trovo molto ben costruiti i pannelli delle portiere: la maniglia di apertura, il piccolo bracciolo e la leva alzavetri sono costruiti singolarmente e ben applicati.
Il motore ed il relativo vano sono ben realizzati e completi di tutto: segnalo l’uso della gomma (in rosso) per i cavi dell’accensione e la corretta ed inconsueta posizione del radiatore verso l’abitacolo.
Il vano baule è arricchito dal rivestimento in vellutino, segnalo una certa difficoltà nell’apertura del baule sia per la rigidità della cerniera, sia per il perfetto accoppiamento con la carrozzeria che ne impedisce di fatto l’inserimento dell’apposito attrezzo fornito in dotazione.
Infine è piacevole quanto mai completo anche il fondo vettura: sono ben evidenti le nervature ed i rinforzi, le sospensioni sono funzionanti, mediante l’uso di due tubicini di gomma viene ben simulato l’azionamento dei freni posteriori; infine lo scarico è completo dei silenziatori e ben dettagliato.
In conclusione questo è un esempio di come un modello prodotto da una marca non famosa come le più blasonate mi ha stupito positivamente, sia con un eccellente rapporto qualità pressi, sia in senso assoluto poiché ho trovato delle finezze e dei particolari costruiti con cura non sempre riscontrabili anche in marche considerate più “pregiate” per la produzione di die-cast. La scelta di acquistare questo modello è scaturita non tanto dal soggetto proposto (comunque gradevole), ma proprio per la qualità del modello in sé. Per rendere l’idea il modello l’ho pagato 30 e qualche euro in negozio.
Cosa mi è piaciuto
Proiettori e cromature ed uso delle fotoincisioni
Cruscotto ed in particolare il quadro strumenti
Riproduzione della meccanica e aggancio tettuccio
Cosa non mi è piaciuto
Frecce anteriori solamente verniciate
Difficoltà nell’apertura del baule