Modello: Honda NSX 1990
Marca: Autoart (signature)
Numero di catalogo: 73272
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 5 + Vano motore + fari anteriori mobili
Prezzo Medio di mercato: 160 Euro
Nel 1990 la Honda immette sul mercato la sua prima vera sportiva: costruita completamente in alluminio e altre leghe composite, dotato di un motore di 3 litri con fasatura variabile VTEC e soluzioni portate direttamente dalla Formula 1 come bielle in titanio e pistoni forgiati per raggiungere la ragguardevole potenza di 274 CV a 7300 giri/minuto (il limitatore “entra” a 8000 g/m).
Il telaio e le sospensioni sono state messe a punto dal pilota Ayrton Senna.
Il risultato della Honda è di aver prodotto una sportiva molto ben bilanciata, relativamente facile e mansueta da guidare, ma all’occorrenza dalle prestazioni ottime.
La riproduzione in 1/18 non è un inedito poiché la kyosho circa vent’anni fa aveva commercializzato il medesimo modello, ma con finiture inferiori a questo Autoart che ha in catalogo anche la versione Type-r del 1992. Il modello appartiene alla famiglia “Signature”, quindi la linea con finiture di maggior pregio, tiratura limitata e certificato con il numero del modello. Le colorazioni disponibili sono: rossa, nera e silver, come il modello che andrò ad analizzare.
Il modello, in generale è di buona fattura, ma rispetto ad altri signature e in relazione al prezzo di acquisto ha delle mancanze e delle economie che trovo difficile giustificare.
Da segnalare la buona verniciatura: ben coprente e di giusto spessore non segnalo punti scoperti o puntinature
Il frontale è corretto, al solito i trasparenti usati per i fari sono eccellenti, hanno un buon realismo. Il logo Honda è realizzato in fotoincisione; i fari mobili si sollevano grazie ad una leva posta sul fondo, però non permangono in posizione sollevata. I tergicristalli anche se realizzati in materiale plastico sono sufficientemente precisi e dettagliati.
Lateralmente ho notato che la presa d’aria del motore è riprodotta semplicemente con adesivo e trovo sostanzialmente malfatto il nottolino: solamente in stampo con una tampografia per simulare la guarnizione; gli specchi retrovisori con la parte terminale sulla carrozzeria verniciata di nero regalano un buon realismo. I cerchi sono nella norma (purtroppo su uno la tampografia Honda non è centrata), ma manca la valvolina di gonfiaggio; l’impianto frenante dotato di dischi metallici e pinze ben profilate è realistico come i pneumatici costruiti con gomma morbida e dotati di un bel battistrada di corretto spessore.
Posteriormente l’ampia fascia che collega i fari è indubbiamente ben riuscita, come il sottile terzo stop sempre costruito in plastica e ben ancorato all’ampio spoiler.
Un appunto lo sollevo alla realizzazione del marchio Honda affidato solamente ad una cromatura (ben fatta) sul rilievo plastico della fascia.
I terminali di scarico sono ben riprodotti: all’interno il tubo di scarico vero e proprio e avvolto dall’ampia copertura ben cromata.
L’abitacolo non mi ha esaltato: nonostante i vari componenti siano ben profilati ed esenti da sbavature trovo troppo economico la scelta di realizzare i sedili in plastica rigida e riprodurre il quadro strumenti mediante una semplice decals. I pulsanti sulla consolle centrale e sul volante hanno sono dotati di tampografie. I pannelli porta anch’essi costruiti con plastica rigida hanno la luce di e le tampografie sui comandi dei vetri, ma il loro aspetto è “povero” come tutto l’abitacolo. Il fondo è rivestito in vellutino, ma mancano i tappetini in gomma.
Notevole la fascia battitacco dotata di una chiara tampografia con il nome del modello e della casa madre.
Il lunotto posteriore ha un’ottima trama per lo sbrinavetro, come è dotato di eccellenti cerniere che simulano bene i pistoncini di apertura; da qui si accede alla copertura plastica del vano motore: sollevandola si accede ad una delle parti migliori del modello: il motore ed il relativo vano. Tutto è riprodotto in modo completo e appagante: il propulsore V6 è completo di tutti i circuiti e su parecchi componenti (filtro aria, alternatore, centralina, vasca liquido refrigerante, paratia di divisione abitacolo) sono applicate delle decals con le indicazioni e avvertenze. Per chi ne avesse la possibilità il modello andrebbe esposto con il vano motore in vista.
Il piccolo vano baule è ben profilato e rivestito di moquette, il bordo superiore è verniciato in nero per simulare la guarnizione. Segnalo le ottime cerniere di sollevamento del cofano: a bracci multipli con il pistoncino di sollevamento.
Come il vano motore, anche il vano anteriore è molto ben realizzato: sono presenti varie vaschette liquidi, il radiatore dotato di elettroventola e altri componenti, oltre al ruotino di scorta: anche in questo caso l’autoart non è stata avare nel posizionare decals con indicazioni ed avvertenze. Il cofano anteriore ha delle ottime cerniere, non sofisticate come il posteriore e la permanenza in posizione aperta è garantita dall’apposita asta.
Concludo prendendo in esame il fondo: ben realizzato e ricco di particolari meccanici (motore, cambio, vari tubi, scarico…) lo rendono molto realistico. Però su un modello di questa fascia non concepisco il non aver dato movimento alle sospensioni: sono molto dettagliate e ricche di particolari, ma statiche.
In conclusione un modello che trovo eccellente nella riproduzione della parte meccanica (compreso il fondo), ma alcune economie risultano difficilmente “digeribili” sapendo il costo del modello e, considerando la fascia premium (signature) dove la Autoart ha inserito il modello l’acquirente potrebbe dare per scontato di non trovarsi materiali poveri per l’abitacolo (plastiche rigide e riproduzione quadro strumenti), di non dover constatare che le prese d’aria siano solamente adesivi plastici o che le sospensioni non siano funzionanti.
In conclusione
Mi è particolarmente piaciuto
Trasparenti usati per i vari proiettori e plastiche
I vani motore e anteriore
Cerniere dei cofani e lunotto posteriore
Non mi è piaciuto
L’abuso di plastiche rigide per l’abitacolo
Le finte prese d’aria del motore
Le sospensioni statiche