All’inizio degli anni anni ’70, quando la famosa serie M con numerazione 500 era ormai al tramonto commerciale,
e della splendida serie iniziale sopravvivevano solo alcuni modelli, fra cui la mitica “7 aperture”,
che convivevano con modellini “orribilmente” equipaggiati di bruttissime ruote “veloci” dal dubbio disegno,
la Politoys inaugurò una nuova serie di die-cast, ancora siglati M, ma con numerazione a due cifre, dal 10 al 26,
che riproducevano quasi esclusivamente vetture da gara “sport prototipo” o esemplari unici di design,
le cosiddette “dream car”.
La fattura di questi modellini era generalmente discreta, inferiore certamente ai precedenti M500,
ma con ancora una pregevole corrispondenza di forme rispetto all’originale,
l’apertura totale di cofani e portiere, la riproduzione sufficientemente dettagliata dei propulsori, in finitura cromata,
e la presenza, anche se non per tutti i modelli, di fari anteriori, spesso a calotta, e posteriori, in plastica applicati,
di volante e leva del cambio cromati e di fondino, in metallo o in plastica a secondo dei modelli, con accoppiamento a vite.
Per contro troviamo degli interni semplificati, fusi col fondino quando anche quest’ultimo era in plastica,
totale assenza di sospensioni e, soprattutto, la presenza di ruote in plastica monoblocco fuse col cerchio,
di sezione abnorme assai improbabile: peccato, perché se equipaggiate con cerchi metallici e pneumatici in gomma
questi modellini avrebbero oggi tutt'altra valutazione.
La scatola, o box che dir si voglia, era una base in plastica, bianca (rarissima) o arancio,
con teca di protezione trasparente: veniva definita “bubble box”.
Il modellino era fissato alla base con una vite centrale che poteva essere smontata tramite una chiavetta,
fornita nella confezione e bloccata in apposito alloggiamento ricavato nella basetta stessa,
oppure, in alcune varianti di confezionamento, il modellino era fissato tramite una cinghietta in gomma bianca,
con stampato in rilievo il marchio, che, fissato ai due lati della basetta,
“abbracciava” trasversalmente il modellino passando da un lato all’altro dell’abitacolo.
E’ una serie un po’ bistrattata dai collezionisti “puri” di obsoleti,
quelli, per intenderci, che considerano tali solo i modellini con ruote in gomma e che non vanno oltre il 1969.
Certo, avere la collezione di Politoys M serie 500 completa e intonsa è uno dei miei sogni,
impossibili tra l’altro, viste le quotazioni da capogiro,
ma sinceramente non credo che dedicarsi alla ricerca della serie completa di queste M10….M26 sia da scartare a priori, tutt’altro, considerato che si trovano ancora a prezzi abbordabili ed in ottime condizioni,
che la serie completa comprende pochi modelli e che tra questi ce ne sono molti di indubbio interesse.
Penso, ad esempio, alle Alfa Romeo 33 Berlinetta e Le Mans coda lunga, alla Porsche 917 Le Mans,
alla Chaparral 2J, alla March 717 Can-Am e alla Matra tra le “Sport Prototipo”,
per passare alle “Dream Car”, Pininfarina Abarth 2000 e Ferrari 512S Modulo e alla Bertone Stratos HF,
per finire, poi, alle pressoché inedite Chevron GTB, CMC Serenissima, ItalDesign Iguana e Lamborghini Jarama.
Un’ultima nota interessante: si dice, e forse guardando alcuni modelli della serie viene facile crederci,
che originariamente parte di questi modellini erano destinati a proseguire la serie M500.
Un vero peccato che ciò non sia avvenuto; pensate a come sarebbe potuta essere la 33 Berlinetta!
Potete vedere la gamma di questi modellini nel catalogo “Politoys 1971” direttamente cliccando questo link
(a quel catalogo dovrete aggiungere, sono usciti l’anno seguente:
M25 Lamborghini Jarama - M26 March 717-1 Can-Am - M27 Mustang Mach IV):
https://nonsolomodellini.forumattivo.com/politoys-e-polistil-f5/catalogo-1971-t5.htm