Ha deciso così; che non era più il suo tempo, la sua aria, il suo cielo ...
ma anche no, perchè son certo che seppur convinto che l'avessero riconcimato e rinominato contro il suo volere, le radici eran piantate nella terra sua.
Per questo credo che c'abbia provato con tutto se stesso.
Per tutte le persone e le cose che per lui contavano.
Ma son certo che c'ha provato anche pensando alla sua splendida ed invidiabile collezione di "obsoleti" che aveva raccolto in anni di passione e che, fino all'ultimo giorno della sua vita, ha continuato ad arricchire.
Non era una persona facile; era testardo, a volte fin troppo diretto e poco accomodante ma con lui non ci si annoiava, mai!
Parlare di storia, la sua passione oltre gli obsoleti, di politica, di macchinine, e scambiarsi sfottò a sfondo nazionale, lui che "odiava" l'Italia e gli italioti, o regionale, quando mi chiamava "Africano" perchè sotto al Timavo son tutti terroni e io gli ricordavo che un tempo lui era un terrone "boero" per gli italiani del nord-ovest ... era allo stesso momento uno spasso e una crescita culturale, ovvero ciò che raramente accade con la media delle umane conoscenze.
Nel tempo il piacere reciproco di un'amicizia che c'ha donato una crescita interiore ce lo siamo confessato a vicenda; questo è il ricordo di Franco che porterò con me per sempre.
Ciao, Franco.