Modello: Ford Mustang Mach1
Marca: Autoart (performance)
Numero di catalogo: 73004
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 4
Prezzo Medio di mercato: --- (sold out da tempo)
Nel 2003 la Ford presentò una versione speciale della Mustang denominata mach1 (in tiratura limitata di 6.500 unità); sotto il cofano monta un V8 DOHC (281CU)da 4.6 Litri, 305 Hp di potenza e 434 Nm di coppia. La sua caratteristica è quella di aver la presa d’aria fuori dal cofano motore, connotazione ripresa dalle pony car degli anni ’70.
Il modello prodotto dalla Autoart è della serie performance: in questa serie vengono riprodotte le automobili più sportivi e qualitativamente si posiziona un gradino sotto alla serie Millenium.
Il modello è di colore nero pastello (in catalogo è stata riproposta tutta la gamma dei colori previsti al lancio: rosso, bianco, arancio, grigio e blu); il colore è staso uniformemente, di giusto spessore e brillante.
Lateralmente mi hanno positivamente colpito i freni dotati di dischi metallici e le pinze (plastiche) ben particolareggiate; i cerchi in lega a 5 razze simulano bene gli originali e gli pneumatici in gomma morbida hanno un buon battistrada e le scritte identificative del produttore e della misura.
Nella norma è riprodotta la presa d’aria laterale: un inserto in plastica semitrasparente con disegnata la trama della griglia non fa rimpiangere che non sia forata.
L’unica economia di rilievo è aver riprodotto il caratteristico pony con una semplice tampografia, anziché dotare il modello (come l’auto reale) di uno stemma in rilievo.
Il tappo carburante in lamierino è stata una mia modifica, perché purtroppo mi sono accorto a posteriori che il modello ne era sprovvisto (acquistato di persona ad una borsa scambio).
Anteriormente i proiettori principali e i fendinebbia sono molto ben riprodotti e non è uno sbaglio l’assenza di griglie sulle prese d’aria.
Convincente è anche la riproduzione della grossa presa d’aria, che risulta correttamente forata.
Le prese d’arie dell’abitacolo (sotto il parabrezza) sono passanti ed i tergi anche se realizzati in materiale plastico, risultano bel delineati.
Posteriormente sono molto realistici i grossi fari a tre sezioni, al contrario purtroppo la luce del terzo stop è solo una decal rossa.
Bene anche i terminali di scarico, riprodotti con un tubo plastico ben cromato e forato in modo sufficiente; il marchio ford è tampografato su un supporto plastico applicato al portellone.
Sul vetro posteriore è presente la rete dello sbrinavetri, non invadente, ma ben (forse un pelo troppo) visibile.
Gli interni sono nella media: una linea di giunzione dello stampo del cruscotto è purtroppo visibile nella parte alta, il quadro strumenti invece è molto curato: gli indicatori hanno una buona e precisa grafica ed è presente una protezione in acetato trasparente.
Sulla consolle centrale troviamo i comandi della ventilazione e della radio (tutti hanno la propria indicazione in tampografia, precisa risulta la colorazione “alluminio”.
Sottotono mi sono parsi la leva del cambio (manuale) e del freno a mano: la plastica usata è economica e sono evidenti le giunte degli stampi dei componenti.
Anche le cinture di sicurezza sono economiche: la fibbia è riprodotta in plastica morbida e l’innesto è sempre plastico (sul mio esemplare il tempo ha seccato il collante di una cintura, che dovrò riposizionarla).
Come consuetudine non proprio positiva, i sedili sono costruiti utilizzando della plastica rigida: a mio pare questa scelta impoverisce e toglie veridicità a tutto l’abitacolo.
Il fondo è rivestito in moquette e la pedaliera è correttamente verniciata in alluminio; la parte superiore è realizzata con plastica ruvida, è presente la luce abitacolo e le alette parasole sono purtroppo solo in stampo con tutta la copertura.
Il vano motore, anche se non al top nei particolari, è più che sufficientemente completo: tutti i circuiti principali sono presenti: alcuni particolari sono replicati utilizzando un medesimo stampo e sono assenti i cavi elettrici sulla batteria. Da segnalare che come spesso accade il cofano motore non permane nella posizione aperta e il modello (inspiegabilmente) non è dotato dell’asta ferma-cofano.
Il vano baule è correttamente sagomato e rivestito in moquette; purtroppo il cofano fatica a rimanere aperto, ma con un po’ di pazienza si riesce a trovare un punto di apertura sufficientemente stabile.
Il fondo è ben riprodotto e particolareggiato soprattutto nella zona anteriore, come prassi (purtroppo) le sospensioni sono complete ma statiche.
In sintesi
Mi è particolarmente piaciuto:
La riproduzione della fanaleria
La riproduzione dell’impianto frenante
La riproduzione del fondo
Non mi è piaciuto
La scarsa durata dei collanti
L’uso di plastica rigida e le troppe sbavature dell’abitacolo
L’assenza dei finestrini laterali e la riproduzione del pony solo in tampografia.