Alfa Romeo TZ1 - 1963

SCHEDA DEL MODELLO
Marca: Alfa Romeo
Modello: Giulia TZ1
Anno: 1963
Produttore: AutoArt

La Giulia TZ (“Tubolare Zagato”) debuttò nel 1963 e fu disegnata da Ercole Spada in collaborazione con Chiti e Busso. Concepita sia come auto stradale che da competizione, la vettura era equipaggiata da un telaio tubolare in alluminio, abbinato al motore 1600 della Giulia. La TZ era leggerissima (660 kg) e questo la rendeva velocissima, tanto da battere motori ben più potenti nelle corse. Tra 1963 e 1965 furono prodotti circa 108 esemplari stradali, venduti ad un prezzo non proprio popolare di 3.350.000 lire. Tutte le TZ stradali prodotte erano quasi tutte diverse tra di loro in tanti piccoli dettagli. Due di loro riposano nel Museo di Arese. La TZ riprodotta da AutoArt dovrebbe essere il telaio 750022

ESTERNO:

Sin dal primo sguardo, la nuova “creatura” dell' AutoArt colpisce positivamente il collezionista. La prima cosa che salta all'occhio è il frontale: La mascherina di questa Alfa firmata Zagato, è stata ripresa alla perfezione ed è stata riprodotta in plastica cromata di ottima qualità, il logo Alfa è stato riportato e riprodotto correttamente mentre le cupolette dei fari sono state riprodotto con una plastica che simula molto bene il plexiglas. La vera “chicca” del modello sta nelle prese d'aria sul cofano mobili ed estraibili: Per fare ciò credo che i progettisti dell'AutoArt abbiano dovuto lavorare parecchio perché sono davvero sottili e difficili da riportare. Molto belli e realistici i cerchi, come pure il logo Zagato fotoinciso e le maniglie delle portiere. Riguardo al Posteriore, ho qualche perplessità: Il modello ha la targa del Museo Storico Alfa Romeo, però il tubo di scarico non mi convince: Non vorrei sbagliare ma le TZ che riposano al museo hanno gli scarichi diversi: Una ce l'ha laterale e l'altra “a tromboncino”. Girovagando su internet ho trovato la foto di una TZ con il tubo di scarico che ha riprodotto l'AutoArt ma è privo di targa. Gli Alfisti possono delucidarmi?
Parliamo ora dei difetti: I tergicristalli sono un po' approssimativi e sono stati riprodotti in plastica grigia che ne diminuisce il realismo. Grave l'assenza del gancio di fissaggio del cofano.

INTERNI:

Partiamo subito parlando dell'abitacolo: E' semplice e scarno come l'auto reale: Il cruscotto e la plancia sono stati riprodotti correttamente e sono ben rifiniti mentre la strumentazione poteva essere più precisa. Il pavimento è in plastica, i tappetini sono in gomma mentre i sedili sono (come al solito) di plastica rigida. Presente all'appello la ruota di scorta. Il motore, un bialbero 1600 da circa 112 cavalli, è stata riprodotto molto bene e ricalca piuttosto bene quello reale. Peccato che le ruote anteriori sterzino poco, come pure il volante.

ASSEMBLAGGIO E VERNICIATURA:
L'assemblaggio è sempre di alto livello, la verniciatura è ottima esternamente mentre internamente (ovvero sotto il cofano) presenta delle leggere sbavature di vernice. Molto male invece la presenza, sempre nel vano motore, di tracce di colla molto evidenti.

RAPPORTO QUALITA' PREZZO:

Qui si ripete lo stesso discorso: Gli AutoArt hanno una qualità complessiva alta ma il prezzo ufficiale (circa 125 Euro) è troppo alto in relazione alla qualità offerta. Ultimamente AutoArt cade nei dettagli. Per esempio, perchè la TZ non ha il gancio di fissaggio del cofano motore? E non vale solo per la TZ, ma anche per la XJ-S, sempre di AutoArt: Perchè non ha i tappetini e le maniglie dei sedili anteriori? Oltre a ciò c'è l'eccessiva presenza della plastica rigida. Comunque, nonostante il prezzo fin troppo alto, AutoArt si fa perdonare poiché il modello riprodotto è davvero originale e riproduce una delle Alfa più particolari e prestanti della storia.

IN SINTESI

PREGI:

ORIGINALITA' DEL SOGGETTO: Come ripeto spesso nelle mie recensioni, AutoArt propone sempre soggetti originale che sappiano accontentare i collezionisti di tutti i paesi del mondo. La TZ è sicuramente un soggetto che non piacerà solo a noi ma a tutti gli Alfisti del mondo e posso dire quasi con certezza che sono parecchi.

FRONTALE: Apprezzabile lo sforzo dei progettisti dell'AutoArt di riprodurre fedelmente le tre prese d'aria sul cofano mentre il logo dell'Alfa è un pezzo a parte ed è stato riportato alla perfezione. Eccellente la mascherina e i fari.

MOTORE: Il motore è sicuramente uno dei pezzi forti di questa riproduzione. E' ben riprodotto e ha pochissime dimenticanze di colore.


DIFETTI:

GANCIO DI FISSAGGIO DEL COFANO: Il gancio di fissaggio del cofano è stranamente assente ed è una mancanza grave poiché non è un dettaglio indifferente.

TERGICRISTALLI: I tergicristalli potevano essere riprodotti meglio, inoltre sono stati riprodotti in plastica grigia non cromata.

PLASTICA: Eccessivi l'uso della plasica rigida all'interno dell'abitacolo.

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Il modello è decisamente bello ma non dire che è originale come scelta .... la TZ è stata riprodotta in tutte le salse e pure minestre ...

La macchina nacque per le corse ....
"Il capo progettista Giuseppe Busso ha dichiarato: "La TZ1 è il risultato dell'evoluzione del concetto di una vettura da corsa 1500 cc che risale al 1955 che è anche precedente alla SZ".
Fa riferimento alla A.R. Competizione 750 che ha/aveva un telaio in acciaio scatolato, poi abbandonato. Invece la TZ utilizzò una versione più elaborata del telaio in tubi della SZ."

Presentata nel '62 al salone di Torino nello stand Zagato.

Nel 1963 aveva un motore identico a quello della Sprint Speciale (SS): questo motore è stato poi ulteriormente sviluppato per la TZ per la partecipazione ai Gran Premi di categoria Turismo. E 'stata poi offerta la doppia accensione.
La maggior parte dei pezzi erano prodotti nella fabbrica principale al Portello ma la costruzione della macchina fu affidata all'ingegnere Carlo Chiti della Autodelta con sede a Udine .... come per la bellissima TZ2.

Dopo il suo debutto sportivo nelle gare minori, la Giulia TZ è stata subito in grado di lasciare il segno in gare impegnative come la Coppa FISA a Monza nel 1963, nelle 12 ore di Sebring, alla 48ma Targa Florio, e nella 1000 km al Nurburgring, e non scordiamoci di Le Mans, il Tour de France, la Coupe des Alpes, e il Giro della Corsica.
Queste vittorie confermarono la grande classe di una vettura adatta non solo per le corse pista, ma anche per i circuiti stradali più impegnativi.

In merito allo scarico credo che quello simile al modello sia delle stradali. Ma qui lo dico e qui lo nego.