Modello: Bentley Continental GTC 2006
Marca: Minichamps
Materiale: metallo e plastica
Numero di catalogo: 436 139030
Anno produzione: /
Pezzi prodotti: 2016
Aperture: /
Listino: 50 euro
Prezzo di acquisto: 25 euro (Auto e Moto d’epoca Padova)
Nel 2003 viene lanciata sul mercato la Bentley Continental GT, che va a sostituire le Continental R e T basate sul pianale Rolls Royce Silver Spirit e Bentley Mulsanne. Nel 2006 Bentley le affianca la versione aperta GTC che, come la sorella chiusa, utilizza il pianale comune alla Volkswagen Phaeton e all’Audi A8. Ciò sancisce l’ingresso del prestigioso marchio britannico nella galassia Volkswagen. Da cui arriva anche il motore W12 di 6 litri di cilindrata con 560 CV e trazione integrale.
Minichamps ha riprodotto praticamente l’intera gamma Bentley, dalle berline alle coupè alle cabrio, compresi i modelli degli anni ’50/’60 e quelli da gara degli anni ’30. Non poteva quindi mancare questa bellissima cabriolet, fra l’altro ristilizzata da poco (e ovviamente riprodotta anche in versione restyling). Il modello è disponibile in due colori soltanto, nero e bianco, uno meno entusiasmante dell’altro. Ho scelto il nero perché ho trovato una buona occasione. La verniciatura è brillante ed uniforme, con i contorni delle porte e dei cofani ben visibili, e con il bel profilo cromato che percorre tutta la parte bassa della vettura. Sulle fiancate si notano le maniglie delle porte bicolori, con la serratura argento e la “leva” in tinta. Sarebbero state ancora migliori se fossero state realizzate in due pezzi separati, ma questa è una finezza che su un die-cast 1/43 è difficile trovare. Sugli specchi retrovisori la freccia è solo verniciata e l’insieme specchio/freccia non è dei più riusciti. Nella parte anteriore sono presenti i quattro fari ellittici, purtroppo con i piolini di fissaggio non troppo mimetizzati. Non mancano i lavafari a pressione, obbligatori per le luci allo xeno. In mezzo ai gruppi ottici fa bella mostra di sé la possente griglia del radiatore, con la giusta “trama” in rilievo, ma purtroppo cieca, al pari delle prese d’aria nella parte inferiore del paraurti. Deludente anche lo stemma Bentley solo tampografato e non fotoinciso. Bruttissime anche le scritte identificative al posto delle targhe. Passando al posteriore, i gruppi ottici compensano ampiamente quelli anteriori. Lo stemma Bentley è nuovamente in tampografia. Discreti i tubi di scarico, neri con bordo cromato ma non troppo “profondi”. Le ruote hanno il battistrada scolpito e i cerchi correttamente riprodotti, con la B al centro e lasciano intravvedere il disco e la pinza freni, ma danno una sensazione di massiccio. E’ anche vero che nella realtà le ruote non sono delle più piccole…
Veniamo ora agli interni, la parte migliore di questa riproduzione. Alla carrozzeria nera si abbinano perfettamente i sedili e i pannelli porta color crema, con tanto di modanature in radica (finta ovviamente) sui pannelli porta, sulla plancia e sulla consolle centrale, dove fanno bella mostra di sé la leva del cambio automatico, la radio e tutti i comandi della climatizzazione, il navigatore satellitare con display colorato e le bocchette dell’aria nere con la cornice argento. Il cassetto portaoggetti lato passeggero ha il pulsante di apertura verniciato in argento e sul volante, rigorosamente a destra, sono presenti lo stemma alato e i pulsanti per il controllo di radio, cruise control e altri comandi. Dietro il volante si nota la strumentazione completa riprodotta con una decal. Il bracciolo tra i sedili anteriori è realizzato separatamente. Finezza, la pedaliera sportiva argento con i gommini neri antiscivolo. Molto belle anche le cinture di sicurezza posteriori in tinta con gli interni, con la fibbia argento e gli agganci rossi sul divano.
In sintesi, Minichamps avrebbe potuto sforzarsi un pelo di più per gli esterni, soprattutto con la fanaleria anteriore e le prese d’aria, ma ha ampiamente compensato con la cura e la precisione nella riproduzione dell’interno. Non si può pretendere tutto. Il mio giudizio è anche influenzato dal prezzo di acquisto, cioè dai 25 euro da me pagati alla fiera di Padova 2011, contro i 50/60 di listino, i quali renderebbero decisamente meno digeribili certi difetti.