Modello: Lamborghini Urraco P250
Marca: Kyosho
Materiale: Metallo e plastica
Numero di catalogo: K08441BM
Anno di produzione: ---
Pezzi prodotti: ---
Aperture: 5 + proiettori mobili
Prezzo Medio di mercato: €90
Prezzo di acquisto: € 54(Ebay belgio)
Prova Lamborghini Urraco P250 Kyosho cod.
La Kyosho prosegue nel filone delle Lamborghini “d’annata” presentandoci nella variante blu, verde e rossa la Urraco, una bella coupé in grado di ospitare 4 passeggeri con la formula 2+2, usata diverse vetture sportive dell’epoca (anni ’70).
La versione scelta da Kyosho è la prima (e meno performante) P250, a questa si susseguirono la P300 e la P111 dove spiccano paraurti cromati antiurto in omologazione delle norme Usa, dove era esportata.
La versione che andremo ad analizzare è di un bel blu adatto a risaltare l’armoniosa linea disegnata da Bertone, senza mortificarne lo spirito sportivo. Come di consueto la verniciatura del modello è perfettamente in linea con le aspettative, risulta essere molto luminosa, grazie ad una grana particolarmente fine del metallizzato e per nulla nasconde o mimetizza i numerosi e curati dettagli presenti.
Si nota con piacere che i proiettori a scomparsa sono realmente movibili tramite una levetta di sblocco (un po’ troppo invadente) posta sul fondo e finalmente dotati di molla per impedirne la chiusura accidentale; hanno un’ottima lente “rigata” e sulla parabola è presente una buona simulazione della lampada.
Ottimamente riprodotti sono sia i fendinebbia, sia il gruppo posizione – freccia, incastonati nel profilo ben cromato avente funzione di un esile paraurti.
Dall’ampia calandra si intravvedono il radiatore e la ventola di raffreddamento liquido.
Aprendo il piccolo cofano anteriore ho piacevolmente notato la presenza della griglia di ottima fattura e all’interno del piccolo vano trovano posto la ruota di scorta, la batteria (purtroppo senza cavi e connessioni elettriche), le vaschette liquido, il dispersore termico della centralina e le due trombe acustiche.
La linea della fiancata è ottima e ben proporzionata, segnalo l’accurata cromatura dei finestrini e l’altrettanto valida fattura delle maniglie: leva cromata con il foro per l’inserimento chiave e base nera.
Noto alcune discordanze con la documentazione in mio possesso: la freccia nel modello posta in posizione avanzata avrebbe dovuto essere appena prima del parafango anteriore e manca il logo Bertone dietro le portiere. Infine la realizzazione del deflettore non è perfetta in quanto è costruito dividendo il vetro porta con un listello cromato, ma non va in battuta né sul profilo superiore né su quello inferiore, dando un senso poco compiuto all’opera.
Molto validi e curati gli sfoghi aria motore dietro l’abitacolo, in rilievo con la presenza del foro sottostante. I cerchi appaiono molto curati e dettagliati: i 5 bulloncini della ruota sono ben in evidenza, così come la brugola (credo) per smontare la coppetta centrale. E’ presente il tubo di gonfiaggio pneumatici che hanno il pregio di un ottimo battistrada, ma sono replicati in materiale rigido.
Il posteriore si presenta molto bene grazie ai gruppi ottici ottimi, alle scritte identificative in fotoincisione e infine al bel paraurti cromato dotato di luci retromarcia. Ottimi i quattro terminali di scarico divisi e posti in coppia ai lati, rivestiti nella parte terminale da una plastica cromata. E’ presente anche se solo di stampo il pulsante per l’apertura del cofano baule.
Quest’ultimo è ben rifinito e provvisto di un ottimo pistoncino (funzionante) per garantirne lo stazionamento in posizione sollevata. Il vano baule è rivestito di vellutino grigio e si intravvedono due belle tampografie con le norme e gli avvisi per il vano motore - motore.
Il motore è corretto nella forma, ben realizzato e dotato dei cavi di accensione, tubi di raffreddamento e filtri carburante. Il vano motore è accessibile sollevando la bella copertura avente funzione anche di lunotto) a liste orizzontali ed è bloccato in posizione aperta da un apposito gancetto con il terminale a lingua di serpente. Non è ben evidenziato il tappo carburante nell’inusuale posizione all’interno del vano, a ridosso della sospensione lato guida
L’interno è sorprendentemente realistico, il quadro strumenti è replicato in modo sensazionale, gli indicatori ovviamente analogici sono tutti perfettamente disposti e leggibili; di effetto il volante a calice con le quattro razze in lamierino. Non da meno sono i sedili in plastica morbida e dotati di agganci di cinture di sicurezza in tessuto con il terminale in plastica, non mi è chiaro il motivo per cui siano stati incollati sulla seduta dei sedili. Pregevoli le cinture di sicurezza anteriori correttamente appese al soffitto e posteriori anch’esse incollate ai sedili.
Il fondo vettura è ben dettagliato, sono presenti oltre alle complesse sospensioni (purtroppo non funzionanti come su altri modelli kyosho), il rinvio del cambio, le tubazioni per il raffreddamento del propulsore, oltre al motore stesso e al complesso e ben riprodotto sistema di tubazioni – collettori - silenziatori dello lo scarico.
Un plauso alla kyosho che persevera fortunatamente nella replica di modelli italiani “regalando” a noi collezionisti importanti pezzi di storia da inserire nelle nostre vetrinette.
In complesso una buona miniatura, non mi sento di giudicarla ottima per gli errori commessi sulla fiancata e per l’assenza delle sospensioni funzionanti. La qualità generale e l’assemblaggio dei componenti non lascia spazio a dubbi sulla bontà dell’acquisto.